• Che fine ha fatto lo spirito critico?

     Lo spirito critico sembra diventato solo una risorsa tattica, una competenza tra le altre, quasi semplicemente una forma di “grammatica dell’indignazione. “Disvelare”: ecco il mantra, ciò che sembra diventato un compito sacro per noi moderni. Rivelare, cioè,  sotto le false coscienze i veri calcoli o sotto i falsi calcoli i veri interessi. Ma, è tutto qui? La critica sarebbe solo una grammatica dell’indignazione?  E, in effetti, chi oggi non ha sempre un filo di bava alla bocca per questa rabbia?, si chiede Bruno Latour (Non siamo mai stati moderni). Abbiamo forse rifiutato vecchie gerarchie sacerdotali e antiche “rivelazioni”, solo per acclamare nuovi e improvvisati “rivelatori”?  Come non dare ragione a…

  • Una festa secolare. Scommessa sugli umani

    Ci sono feste, come il Natale, che andrebbero maneggiate con cura, perché sono depositi di senso nascosto. Il Natale poi, è un fenomeno antropologico e religioso insieme, che richiede approcci ermeneutici diversi,  tali da mettere in luce i vari strati di senso, che si sono accumulati nei millenni in questa festa, e che accompagnano, consapevolmente o meno, il modo in cui, oggi, le varie culture e gruppi umani la vivono. Prima di tutto, possiamo guardare al Natale come un fatto di tradizione e di folklore. E, da questo punto di vista, considerare la sua storia, le memorie ed emozioni consolidate, ad esso connesse. Così come possiamo evidenziarne sia la forte carica socializzante,…