• Sogni di una notte di fine estate

    Siamo ancora capaci di sognare? Chi ci ha rubato o ci ruba i sogni? Che ne stanno facendo delle nostre vite? Qui si tratta dei sogni “a occhi aperti”, perché di quelli notturni sono capaci tutti, forse anche alcuni animali. E poi quelli svaniscono facilmente all’alba. E comunque diventano solo materia per psicanalisti, cabalisti, rotocalchi e per qualche chiacchiera. I “veri” sogni quelli di cui sembriamo non più capaci, sono quelli “a occhi aperti”, quelli capaci di cambiare la nostra vita, le nostre relazioni, i nostri progetti, le nostre emozioni e il nostro futuro umano! “I have a dream”!, quante volte è stata ripetuta questa frase famosa, anche in altre…

  • Tornare a casa con Beethoven

    Qualche anno fa in una conversazione Edward W. Said e Daniel Barenboim sottolineavano la presenza di un’ALLEGORIA del viaggiare, del PARTIRE, del lasciare la casa, e del successivo RITORNARE a casa, non solo nel racconto dell’ODISSEA ma, e questo è meno ovvio per i più, anche in una SINFONIA DI BEETHOVEN. Nel senso che una sinfonia può essere pensata anche come UNA ESPLORAZIONE in cui il punto di avvio, la nota di avvio, che, in un certo senso, è “la casa della musica” (Barenboim), dopo la sua elaborazione, pur ritornando, non è più la stessa. In termini musicali, “la RIPRESA non è la stessa cosa dell’ ESPOSIZIONE, sebbene le note…

  • Link. Comunicazioni e identità

    Solitamente, l’aspetto più evidenziato dagli studiosi come uno dei paradossi dell’età dell’informazione e della comunicazione, è il rischio della “Babele”, cioè di un tale moltiplicarsi ed esasperarsi delle “connessioni”, delle informazioni e delle prospettive, da rendere molto problematici l’orientamento, la decodificazione dei messaggi e la stessa comunicazione. Tuttavia, riflettendo su alcune argomentate osservazioni critiche, emerse in una discussione con una giovane amica, mi pare necessario dirigere l’attenzione anche su un aspetto diverso del fenomeno della comunicazione contemporanea, di cui non abbiamo sufficiente consapevolezza, noi che viviamo, ormai, quasi continuamente “connessi” e, quindi, immersi totalmente nelle dinamiche comunicative. In breve, la mia interlocutrice diceva che è la stessa ricerca della relazione…

  • Le parole e le cose. L’inquinamento del linguaggio e l’oblio delle vittime.

    Non c’è dubbio che spesso le parole siano infettate o siano derubate della loro capacità di dire le cose. Non c’è dubbio che, come ha notato una volta R. Baumgart (citato da H. Weinrich, La lingua bugiarda, il Mulino 2007) le parole, anche quelle più “sacre”, come verità’, giustizia, libertà, onore, amore, democrazia, terra, popolo, patria, sangue, ma pensiamo anche a religione, Dio, Chiesa, politica, Stato, ecc., siano state rese, spesso, nella storia, “sbilenche”, tali da tendere, paradossalmente, verso il contrario di quello che avrebbero voluto significare, “verso la bugia”. Questo, soprattutto attraverso l’uso cinico del linguaggio, da parte di poteri e potenti, di ogni genere, che si sono, prima,…