• Libri come terapia: l’Eneide

    “andavano nel buio, nella notte solitaria” (Aen., VI, 268) Cosa perdiamo, in tempi oscuri e incerti, se seppelliamo nell’oblio l’educazione classica? Oppure, se confiniamo i metodi, gli approcci, i valori (il vero, il bene, il bello) di quell’educazione, nel campo dell’insensato? Sono. queste, le impellenti domande poste in un recente saggio della rivista The New Yorker, a cura di Emma Green ( www.newyorker.com  • March 11, 2024) Perché l’educazione, e perché quella classica?  È l’interrogativo da cui parte il saggio. Le diverse questioni, che si diramano da quella domanda generano (negli Stati Uniti) vasti dibattiti e conflitti, culturali, ma anche politici, religiosi e identitari. Sono questioni sicuramente centrali, se si…

  • La difficoltà di essere umani

    Durante la nostra vita, ci sono momenti – occasioni – in cui ci sentiamo chiamati a scelte nuove e urgenti, relative al nostro poter-essere e al nostro poter-divenire. Si tratta di occasioni e decisivi appuntamenti con la vita, che troppo spesso diventano, per gli individui e per le comunità,  fardello delle “occasioni mancate“. Purtroppo, sappiamo, scrive Jean-Luc Nancy, che, anche se possiamo in parte cambiare ciò che chiamiamo futuro, non ci è mai concesso di cambiare il passato, così come del resto, non siamo in grado di modificare il nostro reale “avvenire“. Una dura lezione che, ogni tanto, il tempo e la storia ci impongono, e che, anche in questi…

  • Come il baule di Newton

    Alcuni miti arcaici delle origini hanno un tratto molto peculiare. Infatti fanno risiedere l’ingresso della morte nell’esistenza dell’uomo, in un “errore” originario, una “caduta”, un “peccato originale”, per così  dire. Ma ciò che è più interessante e sorprendente è che quell’errore originario è visto in quei racconti mitici come tragico e comico al tempo stesso!  Infatti, essi sostengono, all’uomo era stato concesso dal dio supremo una possibilità di scegliere la vita, ma egli se la giocò stupidamente, e ottenne per suo destino la morte”(Geo Widengren, Fenomenologia della religione). Dovrebbe bastare questo per spingerci ad uscire dalla presunzione “moderna” di poter fare a meno di ciò che è antico o “primitivo”;…

  • Diario di un politico del Seicento

    La vera grande arte è quella di governare gli uomini. Il valore  di questa antica sentenza si impone con evidenza alla mente di un politico del seicento. Un periodo peraltro nel quale si consolida la fase matura del nuovo stato moderno. Questo fatto spiega il desiderio di appropriarsi delle conoscenze, delle abilità  e delle competenze necessarie a un politico. A prescindere dalle motivazioni, quali la ricerca della carriera, la corsa al potere o il servizio dello Stato, che potevano spingere verso l’impegno politico, in quei tempi. Ad “istruire” i politici mira appunto il Breviario dei Politici, opera attribuita all’ispirazione di Mazzarino.  Ed è senz’altro interessante e intricante, ancora oggi, addentrarsi…

  • L'informazione non esiste più?

    Sarebbe ora di prenderne atto: nel mondo delle comunicazioni globali e dell’interconnessione permanente, la questione seria, anche più di altre, pure urgenti, è quella dell’informazione. Siamo soliti pensare alla informazione solo come un “mezzo” (indotti in questo errore dal termine “media”), ma oggi non è più così, occorrerebbe cambiare prospettiva.  Oggi la questione dell’informazione è la questione prioritaria, e la condizione per un approccio efficace alle altre importanti questioni che travagliano le società e il mondo, e che sono tutte, diversamente dal passato, inestricabilmente intrecciate e dipendenti dalla questione dell’informazione. Tuttavia, credo che molti, anche i professionisti dell’informazione, non ne siano consapevoli. Anche se non mancano però gruppi e forze…