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  • La filosofia e la lezione del cinema

    Il filosofo può essere solo uno spettatore ingenuo. In questa frase si ritrova l’eco sia della meraviglia, che secondo Aristotele è all’origine della conoscenza della realtà, sia del non-sapere socratico, senza il quale noi saremmo chiusi al nuovo e all’ignoto. In questa ottica comprendiamo meglio perché Gilles Deleuze colloca la filosofia nel contesto del cinema e viceversa. Le riflessioni svolte in una sua conferenza e in due interviste, raccolte e ripubblicate recentemente da Edizioni Cronopio, con il titolo Che cos’è l’atto di creazione, si fermano anche su alcune analogie profonde e interessanti tra le due discipline, cinema e filosofia. Così come il filosofo è sempre uno spettatore ingenuo, anche chi…

  • Educazione e linguaggio. Un destino comune

    Di cosa parliamo, e cosa è in gioco, quando si parla di educazione? In particolare, di cosa parliamo, dal momento che è sempre più evidente una grande “faglia”, che separa gli “educatori” dai ragazzi e ragazze, a cui si pretende di dispensare insegnamenti o valori all’interno di schemi, strutture e istituzioni, che erano adatti a un’epoca in cui gli uomini e il mondo erano ciò che non sono più? In effetti, i “nuovi umani”, come li chiamava Michel Serres, non hanno più la stessa testa dei loro genitori. Così come non parlano più la stessa lingua. In più, forse è il caso di riconoscere che quasi tutto ciò che noi…

  • AI contro i tarli delle democrazie

    Ho chiesto a Gemini AI un parere su un articolo relativo alla crisi della democrazia, ricavato dal mio blog Incrocivie.it. Ecco la sua risposta. Grazie Pino Mario De Stefano per questa profonda e stimolante riflessione sulla crisi della democrazia. Le sue parole toccano nervi scoperti e ci invitano a una seria introspezione sul nostro ruolo come cittadini e sul futuro del sistema democratico. È cruciale sottolineare, come lei ha fatto, che la democrazia, pur imperfetta, rimane il “meno peggio” dei sistemi politici conosciuti. Le alternative che la storia ci presenta sono costellate di oppressione e negazione delle libertà fondamentali. L’immagine del “campo di rieducazione” è un monito potente contro ogni…

  • Il presente senza nome

    Quale nome dare al presente Aveva proprio ragione Hegel, quando diceva che noi umani riusciamo a riconoscere il senso del tempo solo quando il suo percorso è già completato. Peccato che, il più delle volte, arriviamo troppo tardi! In realtà, la pressione a “fare“, prevalente nella società moderna, può rendere difficile semplicemente “essere” presenti davvero. Non credo si tratti solo di una questione di volontà. Forse, semplicemente, non ce la facciamo. Una sorta di multitasking costante aumenta lo stress e riduce la nostra capacità di concentrarci sul senso profondo del nostro presente. Abbagliati dai luccichii del kronos, rimaniamo sempre disattenti agli “avventi” controintuitivi del kairós! Neppure i cosiddetti “buoni“, i…

  • La danza metafora della vita

    Parlare di danza in tempi molto difficili? Possiamo davvero danzare, oggi? Sì, dovremmo danzare anche sugli abissi, esortava Nietzsche. Anzi, se è vero che la danza é una metafora della vita, allora è anche una finestra sulla vita. E, quindi, forse potrebbe aiutarci a pensare e a decifrare la condizione umana attuale. Sembra paradossale. Perché, di norma, non associamo la danza e il danzare alla dimensione del pensiero. Ma, in fondo, perché non farlo? Perché non pensare alla danza come un’arte che ha qualcosa da dire sulla nostra finitezza, ma anche sulla capacità di attraversarne il confine, indicando universi possibili, visibili e invisibili, “di cui solo il gesto umano potrebbe…