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Il confine sottile tra divulgazione e fake news
La divulgazione culturale non esiste più, o, quando c’è, sembra quasi sempre il regno dell’incompetenza e dell’approssimazione. D’altra parte, c’è poco da stupirsi, perché lo stato pietoso della divulgazione scientifica, e culturale in genere, è un chiaro segnale del cattivo stato dell’informazione, la grande malata di oggi. Non credo sia lontano dal vero perciò ritenere che il degrado della divulgazione è una delle principali ragioni della diffusione delle fake news e del regime di post-verità, che di quella diffusione è per così dire l‘istituzionalizzazione. Dovremmo forse dire che la situazione in cui ci troviamo rappresenti, in un certo modo, addirittura il fallimento del progetto “illuministico”? O, come sostiene Peter Sloterdijk, dobbiamo…
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La cultura non é un arsenale, la cultura é un orizzonte
La cultura non gode di buona salute, oggi. Crescono gli ambienti malsani per la cultura anche in ambiti dove essa dovrebbe sentirsi a casa, come centri politici, settori accademici, gruppi rilevanti delle chiese, organi di informazione, agenzie educative, e addirittura anche settori scientifici, come abbiamo tutti potuto verificare in occasione della pandemia in corso. Dove si sono imposti tanti soggetti chiaramente interessati alla propria autoconservazione più che alla crescita culturale. E tuttavia sappiamo che la cultura è la nostra natura. Noi cresciamo con essa. Naturalmente, come tutto ciò che è umano, anche la cultura è instabile, fluttuante, ed evolve, da sempre. Tutte le componenti delle culture si trasformano, a volte si reinterpretano…
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L'uomo abita la Casa dello Specchio
È un grosso handicap della Modernità occidentale, il fatto che le parole siano diventate solo oggetti tecnici, in ossequio pedissequo alla oggettività e alla positività scientifica. In conseguenza di quest’approccio, le parole, tutte le parole, scrive Pierre Legendre, non diventano altro che un media portatore di informazioni, sono solo degli “oggetti” utili, e non considerate invece “come facenti corpo con il corpo” dell’uomo. Del resto, il corpo stesso, “l’animalità dell’uomo, non viene considerato, salvo che dalle arti, come avente anche statuto di discorso”. Tutto questo ha anche a che fare con il problema dell’identità e il processo di identificazione. In effetti, qualcosa non va nel modo in cui in Occidente…
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Il tempo dell'interruzione
E se la pandemia fosse anche una lente di ingrandimento sulla nostra vita? In questo caso essa ci consentirebbe di vedere nelle tante “sospensioni” a cui siamo stati costretti, altrettanti appelli a trasformare quelle “sospensioni” in vere e proprie “interruzioni“. In realtà, a volte, accadono cose che scompaginano i nostri orizzonti di aspettative, in vari modi, nel bene e nel male. In quei momenti, tuttavia, ci viene richiesto non tanto di “riprendere” la normale routine, quanto piuttosto di lasciare che “la prosa” ordinaria del mondo presente, venga “interrotta“, deostruita, ripensata, per poi ripartire. L’interruzione infatti è quella condizione per cui siamo chiamati a inventare, per così dire, una nuova grammatica, nuove metafore per…
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Un sistema immunitario integrato
Co-immunità è il termine chiave per dare senso a tutte le storie politiche e sociali di successo di popoli, gruppi e individui, sosteneva Peter Sloterdijk, uno dei più influenti e originali pensatori contemporanei, di fronte al Senato della Repubblica francese, alcuni anni fa. Su qualche snodo di quell’intervento (Imperativo assoluto e imperativo categorico, ora in Dopo Dio, Raffaello Cortina) vorrei riflettere a partire dalla condizione in cui ci troviamo oggi. L’intento dell’autore era rispondere alla domanda: come affrontare il drammatico acuirsi dei pericoli che incombono sull’attuale processo del mondo? Ad alcune argomentazioni, lì svolte, noi, oggi, forse siamo in grado di dare un significato più intenso, se non altro…