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Wow!
E se fosse vero? Se fosse vero come sembrano ritenere i filosofi anglosassoni che domande tipo “qual è il senso della vita?”, “perché esiste qualcosa anziché nulla?”, “perché l’Essere?”, sono solo pseudo domande? Se fosse vero, come essi pensano che quelle domande sono solo un modo un po’ enfatico di dire, semplicemente, davanti agli esseri, “Wow!”? Potremmo inoltre ulteriormente dissacrare o “destrutturare” quel tipo di domande chiedendoci anche cosa c’è veramente dietro quelle domande. Perché in un mondo come il nostro, in cui le categorie dell’economiasono talmente determinanti da condizionare il modo come pensiamo la vita, le relazioni, le persone, le cose, l’amore, il futuro, le comunità, la nostra identità…
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"Danzare sull’orlo degli abissi…"
Mi è venuta in mente questa frase di Nietzsche dopo aver visto l’ultimo film di Nanni Moretti “Habemus papam”. Difatti l’ho letto – nonostante ciò che può apparire a una lettura superficiale – proprio come un invito alla danza e al gioco, una riaffermazione di speranza e di possibilità di immaginazione e di invenzione. E in realtà di questi tempi – e non soltanto nella nostra noiosa e “provinciale” Italia – solo Dio sa quanto ci sarebbe bisogno sia di speranza che di immaginazione, e quanto ci sarebbero necessari la capacità di danzare e di giocare, come solo i bimbi e gli amanti sanno fare! In effetti “danzare sugli abissi”…
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La materia che diventa bellezza
Ci sono momenti in cui si ha l’impressione di vivere nel tempo della povertà e dello squallore. Condizione questa che sottrae l’anima a un’epoca!. Ci sono momenti in cui abbiamo il timore che qualcuno abbia spazzato via tutti i nostri orizzonti. Ci sono momenti in cui è veramente difficile intravvedere vie di uscita collettive o personali. Ci sono quei momenti in cui gli uomini non scorgono altre prospettive che il dilemma tra tornare al passato e il buio. Ci sono – nella storia degli umani – gelidi momenti in cui sembrano dominare solo paura, sospetto, mancanza di immaginazione, ripiegamento, scomparsa della fiducia e della speranza, il tutto accompagnato da una…
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Elogio della “ φιλο-σοφια “
La philo-sophia è notoriamente inutile. Come molte delle cose più cariche di senso della vita umana, del resto! Nel nostro mondo in cui tutto sembra giocarsi solo sull’immediato, sul prezzo e sul risultato; in questo nostro mondo in cui pare che anche ai bambini, ormai, si insegni, con le parole o con le azioni, prima di tutto a chiedersi: “a che serve”? e “quanto vale”?, la philo-sophia non si propone obiettivi immediati né può offrire indicazioni pratiche spendibili a breve scadenza. Il tipo di “ragione” a cui essa aspira ed educa, la Ragione autentica e piena, è “invisibile per definizione, per grazia, e può diffondersi come luce, a patto che…
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I NUOVI NOMI DELL’ "AMARE". LA CURA
È il caso di iniziare su questo blog un’indagine alla ricerca dei nuovi nomi dell’”amare”? Sì, penso sia proprio il caso, non solo perché questo termine, e il relativo significato, è tra i più abusati della storia ma anche tra quelli più dissacrati e umiliati! Ebbene, percorrendo i sentieri delle nostre vite, delle nostre città, delle nostre storie e della nostra storia, è sempre più evidente questo stritolamento che anche “amare” subisce nel sistema dello “scambio” generalizzato, in cui tutto ha senso se “serve”, se ha un “valore” fruibile e di scambio! E allora ci tocca vedere ai margini delle nostre strade, e negli INCROCI che continuamente attraversiamo nella nostra…