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Il mondo in fuga
Cosa c’è di veramente nuovo nel nostro mondo, dal momento che storici e sociologi , a partire da Fernand Braudel (Civiltà materiale, economia e capitalismo) sostengono con buone ragioni che il mondo di cinquecento anni fa era quasi altrettanto globalizzato quanto quello odierno? Forse, ciò che vi è di realmente peculiare, nel nostro mondo, è un particolare effetto della globalizzazione, che consiste nel non sapere dove il mondo stia andando. Infatti, pure se si dice spesso che la globalizzazione ha unificato e rimpicciolito il mondo, in realtà occorrerebbe pure dire che lo ha moltiplicato, moltiplicando e complicandone le interazioni, a livelli impensabili. In realtà, oggi non possediamo più un…
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L'informazione è solo mitologia?
L’ultima illusione che sarebbe il caso di abbandonare è l’idea che l’informazione, (via stampa, tv, nuovi media) possa essere una via d’accesso al reale: la verità invece è che il reale assume sempre più la figura dell’oggetto perduto. . Questo avviene non solo quando ci troviamo di fronte a organi o operatori dell’informazione inaffidabili e professionalmente disonesti – capitano pure casi del genere -, ma anche quando gli operatori della comunicazione fanno con professionalità e onestà il proprio mestiere. Anche se, mentre in quest’ultimo caso, la difficoltà di accesso al reale è dovuta a cause, potremmo dire, oggettive, derivanti dalla natura stessa dell’informazione moderna, e dalla logica del mercato; nel…
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Per una filosofia delle rotatorie
“So bene cosa voglio qui: voglio l’inconcluso”. Parole inaudite queste di Clarice Lispector (Acqua viva), che non abbandonano la mia mente, mentre mi faccio domande sulla strana mania di dover mettere la parola “fine” o di trovare necessariamente un titolo per ogni storia! Ne ho proprio bisogno? Davvero mi serve sempre uno schema in cui imprigionare la vita e le storie? Quelle personali o quelle delle culture, delle credenze, delle esperienze e dei linguaggi? Spiegare ogni cosa e cercare l’ultima parola ogni volta che penso, che parlo, che agisco? Credo veramente con questo di aver finito di capire? Non penso che questo può valere solo per le istruzioni d’uso del cellulare o…
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Wow!
E se fosse vero? Se fosse vero come sembrano ritenere i filosofi anglosassoni che domande tipo “qual è il senso della vita?”, “perché esiste qualcosa anziché nulla?”, “perché l’Essere?”, sono solo pseudo domande? Se fosse vero, come essi pensano che quelle domande sono solo un modo un po’ enfatico di dire, semplicemente, davanti agli esseri, “Wow!”? Potremmo inoltre ulteriormente dissacrare o “destrutturare” quel tipo di domande chiedendoci anche cosa c’è veramente dietro quelle domande. Perché in un mondo come il nostro, in cui le categorie dell’economiasono talmente determinanti da condizionare il modo come pensiamo la vita, le relazioni, le persone, le cose, l’amore, il futuro, le comunità, la nostra identità…
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Come sta il tuo “WIM” ?
Siete capaci di staccarvi dalla realtà, sapendo di farlo? Siete in grado di sganciarvi dalla vostra condizione ogni tanto? Dal vostro ruolo abituale, dalle vostre idee consolidate? Dal vostro normale modo di pensare? Siete capaci di espandere i vostri orizzonti, di non perdere la capacità di vedere lontano? Siete in grado di vedere “oltre” i fatti, i dati, le teorie e le pratiche abituali? Se è così, ecco spiegata la facilità – o la difficoltà – di affrontare problemi, di cercare e trovare soluzioni nuove; ecco perché siete, forse, ancora capaci di pensare e di conoscere in modo innovativo! Ecco perché si può ancora contare su di voi, per il…