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Educazione e linguaggio. Un destino comune
Di cosa parliamo, e cosa è in gioco, quando si parla di educazione? In particolare, di cosa parliamo, dal momento che è sempre più evidente una grande “faglia”, che separa gli “educatori” dai ragazzi e ragazze, a cui si pretende di dispensare insegnamenti o valori all’interno di schemi, strutture e istituzioni, che erano adatti a un’epoca in cui gli uomini e il mondo erano ciò che non sono più? In effetti, i “nuovi umani”, come li chiamava Michel Serres, non hanno più la stessa testa dei loro genitori. Così come non parlano più la stessa lingua. In più, forse è il caso di riconoscere che quasi tutto ciò che noi…
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La felicità rende migliori
“Vuoto è il discorso di quel filosofo che non guarisce nessuna delle passioni dell’anima”. Il conseguimento di uno stato libero da qualsiasi sofferenza mentale, la tranquillità dell’anima, la capacità di apprezzare i quotidiani piaceri della vita, erano gli obiettivi della filosofia e della pedagogia di Epicuro. Una sorta di “igiene mentale“, una ecologia dell’anima, è ciò di cui abbiamo veramente bisogno per vivere una vita felice, una vita buona. Oggi, in modo particolare, ci farebbe bene imparare a viaggiare leggeri, con Epicuro. Infatti, Epicuro si preoccupava molto di piú di ciò che accade nella nostra mente. La sofferenza mentale, tipo la paura o l’ansia, può essere molto piú debilitante e…
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La banalità del senso
Ci sono attimi della nostra vita, nei quali avvertiamo, pur se in modo vago, che il senso del nostro vivere è associato a luoghi, oggetti, odori, sguardi, sapori, considerati di norma insignificanti, perché troppo “ordinari” o addirittura “banali”. E, tuttavia, essi favoriscono l’emergere di significatività che, come lampi o visioni improvvise, investono i diversi ambiti e momenti della nostra esistenza. E dobbiamo riconoscere che proprio in quei momenti capiamo che la nostra vita non sarebbe la “nostra” vita, senza quei luoghi, quei posti, quegli oggetti, quei frammenti, che – tra l’altro – non ci chiedono mai niente, in cambio delle esperienze che ci offrono. In realtà, pure se appaiono del tutto…
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L’ordine del desiderio
Che succede se il desiderio non è più solo “desiderio” ma “norma“? Se non è più ciò che deve essere gestito dalla ragione, o dal Sé della psicoanalisi; ma una “pratica” che ha valore positivo in se stessa, si può ancora parlare di desiderio? O non capita, piuttosto, che l’apologia dell’individuo che desidera porti alla diffusione di un’altra, paradossale, forma di sistema normativo, verso un vero e proprio “ordine del desiderio”, questo sì davvero paradossale? Si parla di valore ma in realtà si fabbrica la norma, come nota Olivier Roy. Infatti, se il desiderio è prevalentemente norma, allora desiderare diventa solo comportamento, principio che spinge all’azione, verso una “pratica” di…
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La vita schiacciata sul proprio opposto.
Diciamoci la verità. Il nostro problema oggi è che non siamo più capaci di confrontarci né con il negativo, né con la differenza, se non nei termini di una semantica e una logica di potenziale annientamento. Oggi, “la questione“, non solo politica ma culturale, è tutta qui: il prevalere di un approccio “militare” ai problemi del “negativo”, della “differenza” e alla fine della relazione con l’ “altro”. Ne abbiamo avuto una drammatica e sorprendente conferma anche durante le vicende della pandemia, quando anche gli scienziati, schierati con le loro truppe cammellate, in vari modi, hanno dimostrato, secondo una tesi da tempo enunciata da Norbert Elias, che anche la scienza, alla…