• Quando si parla di Dio non è quasi mai veramente di Dio che si parla! Quale cristianesimo? (3)

    Questa non l’avevamo ancora sentita! E dire che alle amenità e baggianate, sfornate quotidianamente, da politici e governanti italiani, c’eravamo talmente abituati da non ridere più, fino a pensare che, in questa nostra “povera Italia”, ormai, non abbiamo più bisogno di comici. I veri comici sono loro, come ha detto una volta Benigni! Sarà forse per questo che i comici di professione, nel nostro Paese, non hanno vita facile e sono le prime vittime di questo potere politico! Tuttavia sentir dire da Bossi, secondo quanto riferiscono i giornali e le agenzie, che il partito della Lega Nord è “il vero difensore delle radici cristiane”, è come assistere al “funerale” del…

  • Le parole e le cose. L’inquinamento del linguaggio e l’oblio delle vittime.

    Non c’è dubbio che spesso le parole siano infettate o siano derubate della loro capacità di dire le cose. Non c’è dubbio che, come ha notato una volta R. Baumgart (citato da H. Weinrich, La lingua bugiarda, il Mulino 2007) le parole, anche quelle più “sacre”, come verità’, giustizia, libertà, onore, amore, democrazia, terra, popolo, patria, sangue, ma pensiamo anche a religione, Dio, Chiesa, politica, Stato, ecc., siano state rese, spesso, nella storia, “sbilenche”, tali da tendere, paradossalmente, verso il contrario di quello che avrebbero voluto significare, “verso la bugia”. Questo, soprattutto attraverso l’uso cinico del linguaggio, da parte di poteri e potenti, di ogni genere, che si sono, prima,…

  • In cosa credono i cristiani? Quale cristianesimo? (1)

    Soren Kierkegaard, filosofo danese che ricusava il titolo di cristiano perché riteneva di non esserne degno, riteneva che il Cristianesimo trasformato in “ritualismo”, “religione civile”, “potere”, “morale”, corresse il rischio di diventare inaccessibile agli uomini. In uno dei suoi famosi articoli c’è una descrizione della contraddizione, a tratti grottesca e tuttavia non più consapevole, tra il messaggio di Gesù di Nazareth e le forme storiche della religione cristiana, a partire dal IV secolo. Conviene leggere anche oggi quello che scriveva Kierkegaard nel 1800.“Nella sontuosa cattedrale, ecco apparire il Reverendissimo e Venerabilissimo predicatore segreto e generale della Corte, l’eletto del grande mondo; appare di fronte a una cerchia scelta di una…

  • Ricordando Wittgenstein. A proposito di maestri

    Forse “cultura”, “sapere”, sono sempre, in un certo modo, un ricordare, un fare memoria. Forse la cultura è nata proprio come memoria. Memoria nel senso di “memoriale”, secondo il significato che tale termine conserva nel linguaggio religioso e in quello teologico, come ciò che consente di rivivere, di ri-presentare attualmente l’evento del passato, in tutta la sua efficacia e non solo come puro ricordo mentale. Da questo punto di vista il sapere, se è tale, non può non essere sempre incontro effettivo, esperienza, incontro denso di senso, “conversazione” attuale con protagonisti o documenti nodali del cammino della ricerca, dell’esperienza e del cammino intellettuale dell’umanità. Il vero sapere, il vero conoscere…