La sentite questa musica?
Forse un giorno rimpiangeremo la quasi totale mancanza di formazione musicale (intesa come educazione al suono ed educazione all’ascolto) nelle nostre scuole! Sarà quando la rozzezza, la mancanza di gusto, di sensibilità e di stile che ci circondano e ci invadono – dall’alto ma anche dal basso – ( e ci attraversano?) sembreranno sommergerci! Avremmo, oggi, veramente bisogno di ricominciare da una ri-educazione dei sentimenti e delle emozioni! Ma come?
Certo, già la frequentazione delle opere d’arte e della poesia potrebbe essere un buon mezzo (ma anche questo manca, a quanto sembra, se è vero, come è vero, che, nelle nostre scuole, la visione e il godimento diretto delle opere artistiche e la lettura o l’ascolto delle opere letterarie sono state – da tempo – in gran parte, sostituite dall’insegnamento-apprendimento di noiosi e, spesso banali, discorsi critici! Che derivi anche da questa “mancata (mal-) educazione” e da una, ormai radicata, “ignoranza”, oltre che da, presunte, esigenze di “modernizzazione”, la tendenza dei nostri legislatori a ridurre lo spazio della cultura letteraria e classica, nel loro “nuovo modello” di istruzione?).
Se ascoltassimo il grande Maestro Barenboim quando indica alcuni dei motivi per cui la musica sembra una delle forme migliori di educazione e di apprendimento di qualcosa sulla natura umana? Per esempio, dice, “per suonare bene occorre imparare a stabilire un equilibrio tra la testa, il cuore e lo stomaco,…Quale modo migliore può esservi per mostrare a un bambino come si fa a essere uomini?”( Baremboim, Said, Paralleli e paradossi, Il Saggiatore). Inoltre, la musica offre la possibilità, nello stesso tempo, da un lato, di evadere dalla vita e, dall’altro, di capirla molto meglio di quanto accada nelle altre discipline. È come se la musica dicesse: “Scusami. Questa è la vita”. Pensate – per quanto attiene al senso del tempo – a come un brano musicale, non importa quanto breve o quanto lungo, “può immediatamente dare la sensazione di avere vissuto una vita intera, anche se è un valzer di Chopin di un minuto e mezzo, come il Valzer del minuto, semplicemente in virtù del fatto che, prima, il suono non c’era e, improvvisamente, c’è. E poi, arriva l’ultima nota: c’era suono e ora non c’è più e, a volte, diventi così ingenuo o poetico da pensare di avere vissuto qualche cosa che è esistita e non esiste più”.
La musica sembra avere un rapporto profondo con la vita. Come scrive Silvia Vizzardelli, nella sua Filosofia della Musica (Laterza), la musica può essere sia qualcosa che ha “le sembianze del mondo, che è parallela ad esso, che vive sullo stesso piano della realtà e delle sue forme”, sia qualcosa “che si stacca dall’anonimato e diventa parte intima della nostra vita psichica, quasi fosse espressione dell’interiorità più pura”. Talora, la musica “pare venirci incontro dall’esterno, da ciò che ci circonda”, e altre volte, la musica sembra dar voce ai movimenti più indeterminati e nascosti della soggettività”.
È forse per questo che, da quanto si sa, i bambini sono in grado di capire la musica prima del linguaggio?
Infine, un ulteriore orizzonte, molto significativo, che può essere aperto da una profonda e non limitata educazione musicale, è illustrato da un episodio raccontato dalla Vizzardelli (cit.) a proposito di Stravinskij, in nave da New York ad Amburgo nel 1965, quando “rispondeva alle domande incalzanti di un intervistatore: – Come spiega il miracolo, il fenomeno della musica? È possibile vivere senza musica? Chi ha creato la musica? -…Non posso immaginare me stesso, diceva Stravinskij, senza qualsiasi musica, anche quella brutta. La musica fa parte di me. Ma poi aggiungeva: la musica fa parte della gerarchia della creazione, probabilmente è stata creata da Dio insieme al mondo; credo, anzi sono sicuro, che la creazione del mondo è un grande rullio di tamburi, di simboli, è musica”, è danza.
Mi vengono in mente, a tale proposito, le frasi suggestive ascoltate, tempo fa, in un film sulla musica: “la musica, in un certo senso è Dio che ci dice che esiste qualcosa oltre noi stessi”. Quindi ”la musica è intorno a noi, non bisogna far altro che ascoltarla!”
Che sia vero che “senza la musica la vita sarebbe un errore” (Nietzsche)?
Un commento
Anonimo
Leggendo questo pezzo, mi è venuto in mente la presentazione di un disco contenente due concerti di Sergei Rachmaninoff, per pianoforte e orchestra: il n° 1 e il n° 2 (che amo tanto).Il presentatore, C. O'Connell sintetizza dicendo:”Il n°1 ha commosso chiunque abbia un minimo di sensibilità musicale.”Ma il n° 2 commuove chiunque ha un paio di…orecchie! Solo la musica può fare questo. Rosario Celotto.