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  • A ogni giorno basta la sua paura!

    Sì, a ogni giorno basta la sua paura, senza necessità di aggiungerne altre.  Infatti la paura frammenta l’anima e rende feroci gli esseri umani. Per questo il ricorso alla paura come tattica o strategia per governare i fenomeni sociali è, come la tortura, un crimine contro l’umanità! Tocca già a ognuno di noi, purtroppo, fare i conti ogni giorno con la paura “naturale”, quella che ci accompagna sempre, la paura costitutiva della nostra esistenza, prodotta dal sentimento dell’ignoto, della precarietà della nostra vita e della ineluttabilità della morte. Bene allora! Ci basta quella, senza che molti si sentano autorizzati ad aggiungere supplementi di paura “indotta”, sia pure con le più nobili motivazioni.…

  • Il non detto nella crisi delle democrazie

    Forse tutta la storia della democrazia è destinata a rimanere storia della sua sperimentazione e delle sue crisi. Tutto ciò, ha ragione Pierre Rosanvallon (Il Mulino 4/2020), nella cornice di una lunga storia di promesse non mantenute, una storia lunga di attese e di disincanto. Tuttavia, non tutto è riducibile, come si suole ripetere, al fatto che i partiti si sono allontanati dalla società, o al fatto che i partiti di sinistra avrebbero abbandonato il popolo.  Ciò che è in gioco oggi, invece, è la leggibilità della società, e la capacità di raccontarla, da ogni punto di vista. Ci mancano le categorie, ci manca anche la cultura per elaborarle.  Una…

  • Come il baule di Newton

    Alcuni miti arcaici delle origini hanno un tratto molto peculiare. Infatti fanno risiedere l’ingresso della morte nell’esistenza dell’uomo, in un “errore” originario, una “caduta”, un “peccato originale”, per così  dire. Ma ciò che è più interessante e sorprendente è che quell’errore originario è visto in quei racconti mitici come tragico e comico al tempo stesso!  Infatti, essi sostengono, all’uomo era stato concesso dal dio supremo una possibilità di scegliere la vita, ma egli se la giocò stupidamente, e ottenne per suo destino la morte”(Geo Widengren, Fenomenologia della religione). Dovrebbe bastare questo per spingerci ad uscire dalla presunzione “moderna” di poter fare a meno di ciò che è antico o “primitivo”;…

  • Oltre l'antropocentrismo

    Se c’è una lezione da imparare oggi, è che viviamo all’interno di un cambiamento di paradigmi.  Abbiamo molti segnali di questo processo, del resto avviatosi già da qualche tempo, ma che la pandemia, proprio perché “pandemia”, sta rendendo più profondo, visibile e accelerato. Anche se non siamo ancora in grado di misurare l’impatto di questo processo sui macro-ambiti più diversi della nostra esistenza.  Non sappiamo, per esempio, quale impatto annunciano  sintomi come i terremoti e le ristrutturazioni in corso nel campo dell’economia, o i mutamenti e riorganizzazioni degli equilibri e dei rapporti di forza sul piano geopolitico. Non conosciamo quale impatto avrà ciò che sta accadendo nel campo della scienza,…

  • Le mutazioni della partecipazione

    In questi nostri tempi indecifrabili, la partecipazione politica sta subendo strane mutazioni “genetiche”. Ma la più singolare di queste mutazioni mi pare quella che tende a ridurre la partecipazione a una semplice “ricerca del colpevole”. Certo, sembra una strada facile e in discesa per declinare senza molto sforzo e impegno una forma “popolare”di partecipazione. Infatti sono sempre più numerose e più agguerrite e fameliche le squadre di cacciatori di colpevoli. Basta scorrere le pagine dei social, o le pagine dei giornali o i talk televisivi, o anche le chiacchiere quotidiane, per rendersene conto. Della classica idea della partecipazione politica democratica, che nella sua definizione più ampia, si riferiva a “ogni azione…