• Dimmi come giochi e ti dirò chi sei!

    Il caso dello scandalo dello sport scoppiato in Italia recentemente (tra tanti altri!) può essere l’occasione per provare ad allargare la riflessione – al di là dei problemi concreti e specifici che quella vicenda pone –  su una questione più generale di quella sportiva e più rilevante per ognuno. La domanda da porsi potrebbe essere: quale senso riusciamo ancora ad attribuire a una esperienza umana, universale, come quella del “gioco”?  Poiché, se anche il gioco è diventato soltanto un “affare”(piccolo o grande, non importa!), forse  rischiamo di perdere una dimensione essenziale dell’esperienza umana. Se non sappiamo neppure più giocare, se il giocare perde le modalitàcon le quali è apparso, come…

  • Il gioco a due e il… “terzo escluso”

    Chissà se la partecipazione degli italiani ai recenti referendum ha espresso un momento di espansione della coscienza o soltanto una reiterazione di quello che Michel Serres ( Tempo di crisi, Bollati Boringhieri) chiama il monotono e infecondo “gioco a due” che le società umane praticano da molto tempo! Il “gioco a due” è quello che appassiona tanto le folle e le nostre antiquate politiche. Il “gioco a due” è quello che lascia fuori il “mondo” dagli interessi di politici, leaders, opinion makers, educatori, religiosi, uomini di cultura, imprenditori, ecc. La loro inadeguatezza e desuetudine, come quella dei cittadini in genere, si misura dalla loro ignoranza delle “parole” e delle “cose”…

  • Penso, dunque rido!

    Una coppia di coniugi molto anziani, oltre i novant’anni, consulta un avvocato divorzista. Il legale chiede: ”Perché adesso? Avete più di novant’anni, siete sposati da oltre settant’anni, perché divorziare adesso?”. I due spiegano: “Volevamo aspettare che i ragazzi non ci fossero più!”. Se avete ridacchiato, – commenta il matematico John Allen Paulos -, probabilmente non avete un cervello di silicio (forse un cuore di pietra, ma non un cervello di silicio, come un robot!). Riconoscere le sfumature emotive richiede una somma di abilità che ovviamente non sono ancora (se mai lo saranno!) tra le proprietà delle macchine intelligenti, riconosce Martin Minsky. In realtà,quelle abilità non sembrano tanto diffuse neppure tra…

  • Alla ricerca del piacere perduto….

    Sembra paradossale parlare oggi di ricerca del piacere!  “Piacere” infatti è senz’altro una di quelle parole oggi più inflazionate (o abusate, come “amore”), a tal punto che il loro significato va quasi sbiadendosi, come i colori nei giorni di nebbia! Inoltre appare scontato parlare oggi di ricerca del piacere, dal momento che quest’ultima sembra l’occupazione quotidiana di chiunque. Tuttavia se veramente la gente cercasse il piacere dalle cose e dalle esperienze della vita forse tutto sarebbe diverso! Se invece di essere intenti a possedere, controllare o consumare ogni cosa, persona o esperienza, cercasse di “goderne”; se non considerasse “piacere” l’affannosa rincorsa di semplici “stimoli”, nel vano tentativo di fuggire la…

  • Elogio dei “dilettanti veri” e dei “principianti”!

    Avete mai pensato all’associazione tra “essere dilettante” e il “dilettarsi”, o il giocare? O all’associazione tra il “dilettarsi”, il “dilettante” e il vero “sapere”? Associare dilettanti con “poco esperti” o addirittura “incompetenti” sembra quasi ovvio! Associare sapere con dilettante pare “innaturale”! Lo era anche per me, lo era… Ma le sottili, inconsuete, considerazioni di una amica mi hanno fatto cambiare idea, mi hanno costretto a guardare in un altro modo, con un “altro sguardo”, la cosa. Quelle considerazioni mi hanno costretto, in pratica, a rinnovare l’esperienza dell’ “imparare”! E, in effetti, che cos’è imparare se non apprendere a guardare “in altro modo”? La mia amica invertiva l’ordine usuale delle cose,…